FINE ART Poster Collection

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Quella mattina il mio sguardo era rivolto al mare ed alle case che costruite sul mare sulle mura di quella che una volta era la Cefalù antica,pensavo che mio padre era da tre giorni a mare a pescare,vedevo il mare sotto di me cambiare a poco a poco con qualche onda che non lasciava presagire nulla di buono,anche il vento soffiava adesso con una certa intensità da maestro,sapevo che avrei dovuto seguire le orme di mio padre,fare il pescatore come lui,un mestiere che ti spinge ad aver paura ed allo stesso tempo amare il mare,sentire il vento di maestrale tra i capelli mi piaceva ma allo stesso tempo mi faceva temere per la sorte di mio padre e dei suoi amici dell’equipaggio da ben tre giorni in mare,pensavo cercando un po di ottimismo che le vele con il vento dovevano essere gonfie e che lo stesso vento stesse portando velocemente la barca al molo,a casa,pensavo allo sforzo di quegli uomini dal viso scavato dal sole e dalla salsedine,abituati alle burrasche in mare ed alla dura vita che facevano per cercare di portare un pezzo di pane a casa,dura la vita del pescatore dura la vita che sarebbe spettata a me,ancora due anni circa ed avrei avuto l’età per andare a pescare insieme a mio padre ed ai suoi amici pescatori,pensavo alle lunghe giornate di attesa in mezzo al mare aspettando di tirare le reti sperando di trovare del pesce che ci avrebbe permesso di tornare prima a casa,due tre giorni a mare al largo distruggevano il corpo e lo spirito,non avrei visto null’altro che mare mare mare,quel mare che amavo ma che odiavo al tempo stesso per la sua bellezza per la spensieratezza che mi aveva dato sino ad sdesso facendomi giocare con le sue onde in riva,i suoi spruzzi tra i capelli,sulla faccia ma adesso era arrivata l’ora che il gioco finisse ed il timore prendesse il sopravvento,ci si sente piccoli davanti la furia del mare,specialmente quando si era al largo,mio padre tante volte era riuscito a scampare dalle onde che superavano i bordi della barca ed il vento che quasi riusciva a strappare le vele,uomini coraggiosi,pensavo se anche io lo sarei stato,mio padre me lo diceva sempre,ama il mare ma rispettalo ed abbi timore di esso,noi uomini siamo così piccoli davanti le forze della natura ma a volte osiamo sfidarle credendoci potenti ed è così che a volte si perde la vita osando sfidare il mare nelle sue tempeste…
Un misto di amore ed odio o forse paura impensieriva la mia testa,guardavo ogni tanto dietro di me al largo sperando che riuscissi a vedere la barca di mio padre rientrare al piccolo molo prima che la tempesta aumentasse di forza,sapevo che l’equipaggio era fatto da uomini esperti e forti ma avevo visto da piccolo anche delle intere famiglie di pescatori piangere perché non erano rientrati in porto i loro cari,i vecchi pescatori dicevano che il dio del mare Nettuno se li era presi,i familiari erano inconsolabili piangevano le vite di quei temerari pescatori che erano rimasti in mare,non avevano i loro corpi per piangerli e da stamattina sentivo gli anziani pescatori che parlavano di una grande burrasca che stava avvicinandosi,ero preoccupato,inutile nasconderlo,speravo di vedere la prua della barca dalle mura del piccolo molo,dopo sicuramente si sarebbe dovuta tirare la barca a riva nella piccola spiaggetta per ripararla dalla furia delle onde e dopo si sarebbero riparate le reti,il lavoro di pescatore non finiva mai.
Mi voltai e cominciai a vedere un piccolo puntino a mare tra le onde che cominciavano ad alzarsi,il vento era più forte,a poco a poco vidi le vele e la ” Carmelo padre ” che aiutata anche dai remi che i pescatori facevano roteare in mare sapientemente per arrivare presto a riva si avvicinava al molo,tra poco avrei riabbracciato mio padre con tutto l’affetto e l’ammirazione che gli portavo,non era facile essere un lupo di mare ma lui lo era diventato con saggezza ed ascoltando i vecchi pescatori che spesso davano consigli tra una tirata di pipa e l’altra…
Ero felice,felice come mai ma l’ombra del mio destino era con me,forse ero ancora piccolo ma sentimenti contrastanti erano dentro la mia mente,amore per il mare,paura ed in un certo senso odio per un destino,il mio che non avrei potuto gestire,il mare è invincibile e noi andiamo a lui con amore ma spesso, si sa,l’amore non è ricambiato non sempre almeno ma questa volta sicuramente avrei rivisto mio padre ed era tutto per me.

testo – @ Luigi Piazza

 

 

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